“Ogni passato boom delle donazioni è stato associato a una massiccia creazione di ricchezza… accompagnato da disordini politici che sembravano minacciare il capitalismo, aggiungendo urgenza alla necessità di una risposta filantropica”.
Il momento contemporaneo, tuttavia, viene celebrato come una “nuova età dell’oro del capitalismo”, in cui il ridimensionamento dello Stato “ha dato spazio ai filantrocapitalisti” per impegnarsi in atti di beneficenza che sostituiscono le funzioni sociali dello Stato.
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M. Bishop, M Green : ” Philanthrocapitalism “
Il filantrocapitalismo può essere inteso come una forma di lotta di classe in questo senso, nella misura in cui opera per precludere l’articolazione politica della lotta stessa. Il filantrocapitalismo è una strategia per legittimare l’intensificazione della disuguaglianza che ha accompagnato la globalizzazione, al fine di impedire un ritorno alle politiche redistributive dello stato sociale.
Japhy Wilson : ” The Jouissance of Philanthrocapitalism “
Il filantrocapitalismo è tipico della modalità post-politica della depoliticizzazione contemporanea, che è caratterizzata dall’eviscerazione del momento propriamente politico dell’ “impegno agonistico” o del “dissenso” dalla sfera della politica, e dalla sua sostituzione con forme di governo consensuale e amministrazione esperta operante entro i confini dell’ortodossia neoliberista.
Slavoj Žižek : ” Violence “
“La filantropia condivide una struttura ideologica con i lassativi al cioccolato. In entrambi i casi, il veleno – il cioccolato che costipa, il capitale che sfrutta – viene presentato come la cura dei propri sintomi patologici”.
M. Bishop, M Green : ” Philanthrocapitalism “
“La crescente disuguaglianza deve essere accettata in cambio del fatto che “i ricchi considerino la loro ricchezza in eccesso come proprietà di molti e se stessi come amministratori fiduciari il cui dovere è amministrarla per il bene comune”.
Sangeeta Kamat : ” The Post-Political And Its Discontents “
Si stima che il microcredito rappresenti un’industria da 20 miliardi di dollari a livello globale e rappresenta il segmento in più rapida crescita tra gli aiuti e gli investimenti internazionali.
25 milioni di donne nell’Andra Pradesh, 11 milioni, sono state mobilitate in ben 2 milioni di SHG, estesi alle città e alle aree urbane. Noto anche come approccio “microcredito plus”, l’arruolamento di praticamente tutte le famiglie rurali povere nel “movimento di auto-aiuto” ha attirato l’attenzione dei venture capitalist e delle agenzie donatrici come programma modello da esportare in altre regioni e paesi del mondo.
Gli studi economici confermano che il microcredito non allevia la povertà e suggeriscono che la sua utilità si limita a “livellare i consumi”.
Gli studi mostrano anche che le strutture di classe e le disuguaglianze si riproducono quando gli individui poveri e vulnerabili diventano sempre più dipendenti dai prestiti, mentre i benestanti usano i loro risparmi e prestiti per concedere prestiti alle famiglie povere a tassi di interesse elevati, riproducendo il ruolo del denaro usuraio del villaggio. prestatore. La ricerca etnografica sostiene che il microcredito serve a costituire la “donna economica razionale” che è disciplinata, autosufficiente, ambiziosa ma fiscalmente prudente. La ricerca condotta in vari paesi illustra in modo simile che i gruppi di auto-aiuto facilitano le relazioni di mercato e l’individualismo competitivo tra i poveri rurali e fungono da meccanismi strategici per incorporare la razionalità neoliberista nel Sud del mondo.
Japhy Wilson, Erik Swyngedouw : ” The Post-Political and Its Discontents “
La combinazione “pragmatica” di socialismo per i ricchi e austerità per i poveri è stata accompagnata dalla continua eviscerazione della contestazione politica dai meccanismi istituzionali (o simbolici) dell’economia globale. In termini istituzionali, la post-politica è definita dalla riduzione del politico all’economico. Questa subordinazione non è puramente ideologica, ma si incarna in forme istituzionali concrete, inclusa la privatizzazione delle banche centrali; l’imposizione dell’austerità su istruzione del Fondo monetario internazionale; la subordinazione della legislazione nazionale ai regimi giuridici dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e di altre organizzazioni multilaterali; la traduzione delle agende aziendali in politiche pubbliche attraverso una stretta cooperazione formale e informale con le reti imprenditoriali; e la delega di numerosi poteri decisionali a forme istituzionali non statali e quasi statali. L’economia è quindi sempre più isolata anche dalle forme più limitate di responsabilità democratica.
Japhy Wilson, Erik Swyngedouw : ” The Post-Political and Its Discontents “
Le democrazie occidentali sono solo la facciata politica del potere economico. Una facciata con colori, striscioni e dibattiti infiniti sulla sacrosanta democrazia. Viviamo in un’era in cui possiamo discutere di tutto. Con una eccezione: la democrazia. Lei è lì, dogma acquisito. Non toccare, come una mostra in un museo. Le elezioni sono diventate una commedia assurda, vergognosa, nella quale la partecipazione dei cittadini è molto debole, e i governi rappresentano i commissari politici del potere economico. Non esiste la democrazia, solo l’apparenza della democrazia. Viviamo in una simulazione. Se vogliamo una vera democrazia, dovremo crearla noi stessi.
José Saramago (2006)
Jaime Breilh : ” Critical Epidemiology “
Nella sua lettera manoscritta a Robert Markus (febbraio 1950), Albert Einstein scrisse:
Un essere umano è una parte del tutto che noi chiamiamo universo, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i suoi pensieri e sentimenti come qualcosa di separato dal resto… Il nostro compito deve essere quello di liberarci… allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
Jaime Breilh : ” Critical Epidemiology “
Questo ritmo vertiginoso e basato sulla tecnologia di concentrazione della ricchezza pone i diritti umani e quelli della natura in una situazione precaria. La frenetica espansione della società consumistica postmoderna ci rende ostaggi di una civiltà che ha imposto una nuova logica di vita, nuovi principi di organizzazione e nuovi ritmi di vita chiaramente incompatibili con un’etica sana.
L’avidità e la sua controparte dell’individualismo filosofico hanno fatto deragliare i fondamenti materiali e spirituali del bene comune che alimentavano il benessere e rendevano praticabile la democrazia. L’ingiustizia strutturale e l’estrema miopia politica stanno spingendo il nostro pianeta verso un vero abisso sociale, sanitario, ambientale e morale.