Più di duemila miliardi di dollari di aiuti stranieri sono stati trasferiti dai paesi ricchi a quelli poveri negli ultimi cinquant’anni – il più grande destinatario dei quali, di gran lunga, è l’Africa. Eppure, indipendentemente dalla motivazione per l’aiuto (economico, politico o morale) esso non è riuscito a mantenere la promessa di una crescita economica sostenibile e a ridurre la povertà. A ogni tappa del racconto dello sviluppo degli ultimi cinque decenni, i politici hanno scelto di mantenere lo status quo e fornire più aiuto all’Africa.
L’aiuto non ha soddisfatto le aspettative. Rimane al centro dell’agenda di sviluppo, nonostante il fatto che esistano ragioni molto convincenti per dimostrare che perpetua il ciclo di povertà e impedisce una crescita economica sostenibile. Paul Kagame sostiene giustamente anche che “benché più di 300 miliardi di dollari di aiuti siano stati apparentemente erogati al nostro continente dal 1970, non c’è molto da mostrare in termini di crescita economica e sviluppo umano”.
L’ aiuto non funziona.
In Africa c’è un produttore di zanzariere. Produce circa 500 reti a settimana. Ha impiegato dieci persone, che (come in molti paesi africani) devono sostenere ciascuno quindici congiunti. Tuttavia anche lavorando duramente, non possono fare abbastanza reti per combattere la zanzara che trasporta la malaria.
La cosa arriva ad una star del cinema di Hollywood che riunisce le masse e invita i governi occidentali a raccogliere e inviare 100.000 zanzariere alla regione, a un costo di un milione di dollari. Le reti arrivano, vengono distribuite e viene eseguita una ‘buona’ azione.
Con il mercato inondato di reti straniere, però, il nostro costruttore di zanzariere è prontamente messo fuori attività. I suoi dieci lavoratori non possono più sostenere i loro 150 congiunti (che ora sono costretti a dipendere dai sussidi), e non si deve dimenticare che in un massimo di cinque anni la maggior parte delle reti importate sarà strappata, danneggiata e senza ulteriori usi.
Questo è il paradosso del micro-macro. Un intervento efficace a breve termine può avere pochi benefici a lungo termine discernibili e sostenibili. Peggio ancora, può inavvertitamente minare qualunque fragile opportunità per lo sviluppo sostenibile possa già essere in gioco.
Certo, quando si vede in primo piano, sembra che l’aiuto abbia funzionato. Ma visto nella sua interezza è evidente che la situazione generale non è migliorata ed è peggiorata nel lungo periodo.
In quasi tutti i casi, le valutazioni degli aiuti a breve termine danno un’impressione errata del successo di questi. Ma le valutazioni a breve termine sono poco rilevanti quando si cerca di affrontare i problemi a lungo termine dell’Africa. L’efficacia dell’aiuto dovrebbe essere misurata in relazione al suo contributo alla crescita sostenibile a lungo termine e se si spostano in modo sostenibile il maggior numero di persone dalla povertà. Quando si vede attraverso questa lente, l’aiuto è dannoso.