Si sentono anche oggi urgenti, disperati appelli per il socialismo o una qualche forma di controllo statale dell’economia a seguito delle crisi e della devastazione che hanno provocato il neoliberismo e il capitalismo senza regole. Il Capitale sta infatti distruggendo i beni comuni in entrambe le sue forme fisiche e sociali a ritmi allarmanti. i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse e altri disastri ecologici sono sempre più minacciosi. la disuguaglianza sociale estrema, le barriere e le gerarchie di ricchezza, razza e nazionalità, la schiacciante povertà, e una miriade di altre minacce sconvolgono le forme sociali dei beni comuni. Sullo sfondo di molti degli scenari apocalittici che abbiamo di fronte, tuttavia, la gestione e la regolamentazione da parte del governo è la soluzione presunta. La regolamentazione statale potrebbe almeno evitare i peggiori scenari di collasso finanziario!
Sicuramente un certo controllo da parte dello Stato può salvare il pianeta, o almeno rallentare la sua rovina!
Come minimo si può ridistribuire ai poveri un po’ della ricchezza che le élite globali hanno accumulato espropriandola!
Il socialismo spesso funziona come la cura di default per la devastazione operata dal capitalismo senza regole. Siamo d’accordo con tutto il cuore, naturalmente, che i governi devono fermare la distruzione del pianeta e che sarebbe giusto e vantaggioso ridistribuire la ricchezza equamente in tutto il mondo. Ma il concetto del socialismo che funziona in queste circostanze, molto simile a quello del neoliberismo che abbiamo criticato in precedenza, lo vede solo come un meccanismo per la distribuzione della ricchezza, non la sua generazione. Il nostro principale punto di vista sulle illusioni del socialismo, invece, è che, come il neoliberismo, nell’era della produzione biopolitica non può adempiere il compito di promuovere, gestire e regolare la produzione.