La produzione in quasi tutti i paesi era crollata – nei due più colpiti, gli Stati Uniti e la Germania, era caduta del 40 per cento. Le fabbriche in tutto il mondo industriale – da quelle di auto di Detroit alle acciaierie della Ruhr, dai setifici di Lione ai cantieri navali di Tyneside – erano state chiuse o lavoravano ad una frazione della loro capacita’. Di fronte alla contrazione della domanda, le imprese avevano tagliato i prezzi del 25 per cento nei due anni da quando la crisi era cominciata.
Gli eserciti dei disoccupati ormai ossessionavano le città delle nazioni industriali. Negli Stati Uniti, la più grande economia del mondo, circa 8 milioni di uomini e donne, quasi il 15 per cento della forza lavoro, erano senza lavoro. Altri 2,5 milioni di uomini in Gran Bretagna e 5 milioni in Germania, la seconda e la terza più grandi economie del mondo, avevano entrambe altissimi tassi di disoccupazione. Delle quattro grandi potenze economiche, solo la Francia sembrava essere stata in qualche modo protetta dai danni della tempesta che spazzava il mondo, ma anch’essa ora cominciava a scivolare verso il basso.
Bande di giovani disoccupati e di uomini senza niente da fare indugiavano senza meta agli angoli delle strade, nei parchi, nei bar e caffetterie. Mentre sempre più persone erano senza lavoro e non erano in grado di permettersi un posto decente in cui vivere, torve baraccopoli pericolanti costruite di casse, rottami di ferro, bidoni, teloni, e anche di telai di auto erano spuntate in città come New York e Chicago – c’era anche un accampamento a Central Park. Altre colonie di fortuna simili erano disseminate alla periferia di Berlino, Amburgo e Dresda. Negli Stati Uniti, milioni di vagabondi, per sfuggire alla piaga della povertà nelle città, avevano cominciato ad uscirne alla ricerca di un qualche tipo – qualsiasi tipo – di lavoro.
La disoccupazione aveva portato alla violenza e alla rivolta. Negli Stati Uniti, scoppiarono rivolte per il cibo in Arkansas, Oklahoma, e in tutti gli Stati centrali e del sud-ovest. In Gran Bretagna, i minatori scesero in sciopero, seguiti dagli operai dei cotonifici e dai tessitori. Berlino era quasi in stato di guerra civile. Durante le elezioni del settembre 1930, i nazisti, giocando sulle paure e le frustrazioni di tutti i disoccupati e incolpando gli altri – gli alleati, i comunisti, e gli ebrei – per la miseria della Germania, ottennero quasi 6,5 milioni di voti, aumentando i loro seggi nel Reichstag da 12 a 107 e diventando il secondo grande partito parlamentare dopo i socialdemocratici. Nel frattempo, nelle strade, bande di nazisti e comunisti si scontravano tutti i giorni. Ci sono stati colpi di stato in Portogallo, Brasile, Argentina, Perù e Spagna.