L’idea è quella di mettere a dieta i palestinesi, ma non di farli morire di fame”. Nel 2008, il Coordinatore delle attività governative nei territori (COGAT) ha elaborato un piano, chiamato Piano “Linee rosse”, per limitare il consumo di cibo a Gaza. È stato calcolato un “paniere minimo di sussistenza”, un valore nutrizionale “sufficiente per la sussistenza senza lo sviluppo della malnutrizione”. La formula delle “Linee Rosse” calcolava che, in media, ogni persona a Gaza necessitava di un minimo di 2.279 calorie al giorno, che si traducevano in 2.575,5 tonnellate di cibo per l’intera popolazione, o 170,4 camion carichi al giorno, cinque giorni alla settimana. Il COGAT ha poi detratto 68,6 camion per tenere conto del cibo prodotto localmente a Gaza – principalmente verdure, frutta, latte e carne – più altri 13 camion per adeguarsi alla “cultura ed esperienza” del consumo alimentare a Gaza. Ha poi aggiunto 34 tonnellate al giorno per prendere in considerazione il “campionamento” da parte di bambini di età inferiore ai 2 anni. Complessivamente, il COGAT ha concluso che Israele doveva consentire l’ingresso a Gaza di 131 camion carichi di cibo e altri prodotti essenziali ogni giorno.
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