Confidare nel capitalismo così come si presenta oggi, come il “migliore amico della terra”, come “verde”, preoccupato per la protezione e la sostenibilità, sarebbe commettere lo stesso tipo di errore della rana della favola, che accetta di portare uno scorpione sulla schiena attraverso il fiume. Se lo scorpione lo avesse punto, non sarebbero annegati entrambi? Eppure lo scorpione lo punge, proprio in mezzo al fiume. Con il suo ultimo respiro la rana mormorò “perché?” al che lo scorpione, poco prima di affondare, ha risposto “è nella mia natura, non potevo fare a meno di farlo”. È nella natura del capitalismo sfruttare le opportunità: non può fare a meno di farlo.
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