Keynes aveva diagnosticato la falla nel sistema “laissez-faire” che ha permesso che si verificasse un grave disastro economico. Dopo la guerra, i governi di tutti i paesi capitalisti hanno giocato un ruolo importante nella propria economia e sono riusciti per un certo tempo, soprattutto fronteggiando elevati livelli di spesa in gran parte finanziati dal deficit di bilancio, a mantenere quasi la piena occupazione e la creazione di una situazione favorevole ad un alto tasso complessivo di profitto.
Evitare crolli è cosa buona, fin quando si riesca, ma ora sta crescendo, soprattutto negli Stati Uniti, una protesta contro le linee inutili o perniciose di produzione in cui il governo e l’industria investono risorse, e la loro incapacità di prevedere i bisogni umani fondamentali della popolazione. Gli economisti neoclassici non possono prendere alcuna parte in questo grande dibattito finché non hanno nulla da dire per contribuire ad esso, tranne i brandelli della dottrina liberista che propugna “ciò che crea reddito è giusto”.
Gli economisti non hanno molto enfatizzato l’altra faccia dell’irreversibilità – la distruzione delle risorse, la devastazione dei servizi e l’accumulo di veleni nell’aria e nell’acqua. Pigou ha fatto il punto della situazione parlando di “diseconomia esterna”, come il fastidio del fumo, ma, entro i confini del suo stato stazionario, non poteva sottolineare perdite permanenti. E ‘stato lasciato piuttosto agli scienziati che si occupano dell’ambiente il compito di dare l’allarme, mentre gli economisti ortodossi, imperturbabili, continuano a elaborare teorie a favore del “laisser faire”.
La storia dell’economia è notoriamente una scena di interessi contrapposti, che è proprio quello che gli economisti neoclassici non hanno voluto discutere.
Cio’ che determina principalmente il livello dei tassi di interesse è lo stato delle aspettative. Quando i detentori di obbligazioni hanno una chiara visione di ciò che è la resa normale, che ci si aspetta essere ripristinata subito dopo qualsiasi modifica temporanea, il sistema bancario non può muovere i tassi di interesse da quelli previsti. E’ l’esistenza di incertezza tra “due punti di vista” che rende possibile alle banche manipolare il mercato monetario. Ma anche quando il tasso di interesse può essere spostato nella direzione desiderata, può non sortire molto effetto. L’influenza dominante sulle altalene della domanda effettiva è l’oscillazione dell’aspettativa di profitti.
Questo è il peso dell’argomento principale. Ma le idee di Keynes non erano sempre definite, precise e coerenti. L’enfasi su fattori monetari varia da una parte della sua analisi ad un altra. Nella sua visione utopica di un futuro senza guerre, crescita della popolazione o grandi invenzioni, prevedeva un mondo in cui la necessità di accumulo sarebbe cessata; sia il rendimento sociale che il tasso privato di profitto sugli investimenti sarebbero caduti molto in basso. A condizione che il tasso di interesse sia portato verso il basso di conseguenza, l’eutanasia del rentier avrà rimosso i peggiori vizi del capitalismo (anche se potrebbe ancora essere divertente speculare in Borsa).