si tratta della produzione della merce forza lavoro e dello status peculiare di questa merce tra le altre. Poiché la merce forza lavoro non può essere separata dal suo portatore, il corpo vivente dell’operaio, la sua produzione attraversa necessariamente i sistemi di disciplina e controllo a cui questo corpo è soggetto. Nel momento industriale e nazionalista del capitalismo, c’era un’ampia convinzione che la forza lavoro fornita dal lavoratore domestico fosse già prodotta.
Il problema era la sua riproduzione: da qui l’innovazione fordista del salario familiare, le istituzioni keynesiane del benessere e la divisione sessuale del lavoro all’interno dello stato-nazione. La forza lavoro del lavoratore migrante, al contrario, era vista come un’importazione che poteva essere filtrata e scelta attraverso schemi di reclutamento e controlli alle frontiere che venivano a giocare un ruolo nella produzione di questa merce. Gli aspetti corporei di questa merce, come sesso, età o razza, sono stati affrontati come materie prime e criteri di selezione in modi che non si applicavano allo stock esistente della forza lavoro domestica, la cui riproduzione e disciplina avveniva attraverso diversi canali sociali e istituzioni, inclusa la famiglia, la scuola e l’esercito. La forza lavoro fornita dai lavoratori migranti è stata gestita in molti modi diversi durante il momento industriale e nazionale della storia del capitalismo.
Ma fondamentalmente si è cercato di trattarla come una sorta di supplemento allo stock di forza lavoro presente nello spazio delimitato del mercato del lavoro nazionale, per soddisfare i bisogni del capitale nella sua formazione industriale senza disturbare la riproduzione della forza lavoro nazionale. Dal sistema delle quote e dai suoi successivi emendamenti negli Stati Uniti ai regimi dei lavoratori stranieri nella Germania occidentale, dai programmi di migrazione coloniale e postcoloniale in Francia e nel Regno Unito alla politica dell'”Australia bianca”, questi sforzi sono stati contrassegnati dal razzismo e sfruttamento, lotte e resistenza e forgiatura governativa di programmi di integrazione e multiculturalismo.