La situazione degli anni ’90 in cui prevaleva il dispotismo e il management non aveva interesse a placare i lavoratori, questi legami affettivi – sebbene sottili, fragili e ancora basati principalmente su fredde relazioni di mercato e potere coercitivo – fanno parte di una nuova fase di sviluppo nelle relazioni di gestione del lavoro in Cina.

A differenza della situazione degli anni ’90, in cui la gestione nelle fabbriche cinesi considerava i migranti rurali soggetti “incivili” che avevano bisogno di essere disciplinati dalle moderne regole e pratiche di fabbrica, la disparità di potere tra manager e migranti si sta lentamente spostando verso un legame sociale più “umanizzato” attraverso il quale sia i lavoratori ordinari che i dirigenti di basso livello sono sempre più in grado di influenzare i risultati del processo del lavoro in Cina.

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