Un mercante del II secolo poteva senz’altro pensare che nulla avrebbe potuto rompere l’unità del Mediterraneo. Era un’unità politica, sotto l’impero di Roma. Era un’unità economica, che permetteva alle navi mercantili di attraversare indisturbate le sue acque. Era un’unità culturale, dominata dalla cultura ellenistica, che si esprimesse in greco o in latino. E, per molti aspetti, era anche un’unità religiosa, o un’unità nella diversità, perché gli abitanti del Mediterraneo, fatta eccezione per gli ebrei e i cristiani, mettevano in comune i loro dèi. Il dominio romano sul mare nostrum assicurò una libertà di movimento e generò una mescolanza di culture su una scala mai prima, e mai più, raggiunta.