Potremmo dire che ora la rivolta sarebbe giustificata. Le leve del potere sono
concentrate nelle mani di una minoranza rentier, le strutture stanno soffocando e una crescente minoranza sta sopportando il peso della disuguaglianza senza poter riequilibrare la distribuzione della ricchezza. La rivolta dovrebbe mirare a raggiungere l’ “eutanasia del rentier” desiderata da Keynes, indebolendo i meccanismi che producono entrate generate dal prestito. Ma c’è qualcosa di più. Il fallimento del sistema di distribuzione e la struttura della classe emergente hanno prodotto disuguaglianze di particolare rilevanza per il precariato. Un secolo fa, i progressisti collegati al proletariato speravano di ottenere il controllo dei “mezzi di produzione”.
Oggi un simile obiettivo genererebbe umorismo e perplessità. I mezzi di produzione non sono i bersagli sui quali dovrebbe focalizzarsi la lotta redistributiva.
Per il precariato, le risorse di maggior valore sono quelle essenziali per una vita dignitosa nella società moderna: la sicurezza del reddito, il tempo, uno spazio di qualità, un’istruzione non mercificata, conoscenze finanziarie e capitale finanziario. Le politiche dovrebbero essere giudicate in base al fatto che riducano o meno l’iniqua distribuzione di queste risorse chiave.