Siamo disponibili a tentare due strade per contribuire a provocare una scintilla di cambiamento, insieme a tanti altri che già intravedono percorsi nuovi.
Per ognuna di queste cerchiamo un filantropo che sia disposto a donarci 250.000 euro all’anno per 2/5 anni.
1. Il primo tentativo prevede la possibilità di offrire a ciascuna persona che oggi vive nella nostra comunità, che non sia pensionato, la possibilità di avere un reddito garantito di 1000 euro al mese per 12 mesi per 2/5 anni. 20 sarebbero le persone coinvolte.
Questo reddito non è condizionato a niente, se non a partecipare ad un progetto di ricerca, finalizzato a dimostrare se, un reddito garantito di questo tipo, migliora o peggiora la condizione dell’individuo, lungo il percorso dei 2/5 anni.
Colui che accetta di ricevere questo reddito naturalmente deve uscire dalla Comunità e perderebbe, almeno per i 2/5 anni della ricerca, ogni tipo di protezione che la stessa comunità potrebbe eventualmente fornire.
I dettagli della ricerca poi si possono sempre approfondire e mettere a punto.
2. Il secondo tentativo prevede la possibilità di “moltiplicare” il valore della nostra comunità.
Noi, una volta garantite le spese di gestione annuali, possiamo decidere di vendere presso il nostro mercatino solidale dell’usato in un’unità di conto differente dall’euro, oppure possiamo anche decidere di regalare a ciascun cliente fino ad un massimo di 500 euro al mese.
Noi già ora intercettiamo il materiale prima che raggiunga la discarica, lo adeguiamo, selezioniamo e cerchiamo di rivenderlo, consentendo al territorio un notevole risparmio in termini finanziari e ambientali.
Se utilizziamo un’unità di conto differente, siamo convinti che potremmo ulteriormente “espandere” il valore del nostro operare.
Sono due tentativi che vanno in qualche maniera “contro” le regole ed abitudini del movimento al quale aderiamo, regole ed abitudini che ci vedono coinvolti da anni in un terreno in cui rifiutiamo sovvenzioni private e convenzioni pubbliche per potere vivere e gestire le nostre attività.
Se “osiamo” andare oltre è perché percepiamo la gravità delle nostre realtà sociali, sempre più disgregate, sempre più diseguali, sempre più ingiuste, sempre più degradate.