Ma il rischio non è solo l’anticipazione del pericolo; è anche la fonte di potenziali profitti. Per comprendere questo rovescio della medaglia del rischio, è utile pensare al secondo significato finanziario di “securitization” insieme al senso di polizia del termine. Per i banchieri, la cartolarizzazione si riferisce al raggruppamento, alla suddivisione e alla negoziazione del debito. Nei derivati ​​finanziari al centro della crisi creditizia del 2008, i rischiosi mutui subprime sono stati confezionati in un pacchetto, spinti in un veicolo fuori bilancio e negoziati sui mercati globali in “tranche” con diversi livelli di esposizione al rischio. Il trucco è stata una dispersione del rischio senza precedenti; eppure questa stessa dispersione ha dimostrato la rovina del sistema.
In modo sconcertante, il regime di confine sembra disperdere e distribuire il rischio in modo simile. Innanzitutto, cartolarizza i flussi migratori come una minaccia attraverso le reti di intelligence di Frontex e strumenti come i-Map, che consentono agli esperti di immaginare nuove “soluzioni” in un’interfaccia grafica. Qui il rischio viene cartolarizzato in modi analoghi al secondo senso, finanziario: raggruppato in tasche, rotte, flussi e vulnerabilità e assegnato alle forze di polizia e agli investitori esterni. E questa distribuzione, come quella della cartolarizzazione finanziaria, genera nuovi rischi e crescenti tensioni tra investitori “junior” e “senior”, come si vedrà presto.

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