Si stima che il microcredito rappresenti un’industria da 20 miliardi di dollari a livello globale e rappresenta il segmento in più rapida crescita tra gli aiuti e gli investimenti internazionali.
25 milioni di donne nell’Andra Pradesh, 11 milioni, sono state mobilitate in ben 2 milioni di SHG, estesi alle città e alle aree urbane. Noto anche come approccio “microcredito plus”, l’arruolamento di praticamente tutte le famiglie rurali povere nel “movimento di auto-aiuto” ha attirato l’attenzione dei venture capitalist e delle agenzie donatrici come programma modello da esportare in altre regioni e paesi del mondo.
Gli studi economici confermano che il microcredito non allevia la povertà e suggeriscono che la sua utilità si limita a “livellare i consumi”.
Gli studi mostrano anche che le strutture di classe e le disuguaglianze si riproducono quando gli individui poveri e vulnerabili diventano sempre più dipendenti dai prestiti, mentre i benestanti usano i loro risparmi e prestiti per concedere prestiti alle famiglie povere a tassi di interesse elevati, riproducendo il ruolo del denaro usuraio del villaggio. prestatore. La ricerca etnografica sostiene che il microcredito serve a costituire la “donna economica razionale” che è disciplinata, autosufficiente, ambiziosa ma fiscalmente prudente. La ricerca condotta in vari paesi illustra in modo simile che i gruppi di auto-aiuto facilitano le relazioni di mercato e l’individualismo competitivo tra i poveri rurali e fungono da meccanismi strategici per incorporare la razionalità neoliberista nel Sud del mondo.