Uno spirito rivoluzionario troverà sempre, in un modo o nell’altro, una tensione tra utopia e realtà. L’utopia è sempre così u-topica, così “senza posto qui”, così “in un altro luogo”, da resistere anche all’alloggiamento nelle nostre vite. Paradossalmente è più facile deporre la propria vita sugli altari dell’utopia che consegnarla nella fedeltà quotidiana, nell’oscurità dell’anonimato e delle minuzie del vivere quotidiano. È più facile amare a distanza le grandi cause che renderle parte viva del nostro impegno quotidiano. È più facile compiere gesti espansivi verso il loggione che essere fedeli ai piccoli dettagli che compongono l’oscuro schema dell’anonima vita quotidiana.