Amira Hass, Haaretz 06.05.2002

Amira Hass, Haaretz 06.05.2002

La sera di mercoledì 1 maggio, quando l’assedio al quartier generale di Arafat fu tolto e i veicoli blindati e i carri armati uscirono rombando, i dirigenti e i funzionari del ministero accorsi sul posto non si aspettavano di trovare l’edificio così come l’avevano lasciato… Ma ciò che li attendeva andava oltre ogni loro paura… Nel dipartimento per la promozione dell’arte infantile, i soldati avevano sporcato tutte le pareti con colori che avevano trovato lì e distrutto i quadri dei bambini che erano appesi in ogni stanza dei vari dipartimenti – libri di letteratura, cinema, cultura per bambini e ragazzi, dischi, opuscoli e documenti erano ammucchiati lì, sporchi di urina ed escrementi. Ci sono due bagni su ogni piano, ma i soldati urinavano e defecavano ovunque nell’edificio, in diverse stanze in cui avevano vissuto per circa un mese. Facevano i loro bisogni sui pavimenti, nei vasi di fiori vuoti, perfino nei cassetti che avevano tirato fuori dalle scrivanie. Defecavano in sacchetti di plastica e questi erano sparsi in diversi posti. Alcuni di loro erano scoppiati. Qualcuno è riuscito addirittura a defecare in una fotocopiatrice.