Il nemico pubblico numero uno è il “baro”, che è riuscito a fabbricarsi una vita negli interstizi. Che questa vita sia operosa, che produca gioia, collaborazione o solidarietà, poco importa, anzi va denunciato. Il disoccupato che non si vergogna né si dispera deve cercare di passare inosservato perché dà il cattivo esempio, quello della smobilitazione e dell’abbandono.