In un’epoca in cui i commentatori deplorano la “mancanza di spirito rivoluzionario” e il “crollo degli ideali di emancipazione”, come non stupirsi che siano gli storici della natura a rivelare, sotto il nome della Grande Accelerazione il cui inizio segna l’Antropocene, che la rivoluzione è già avvenuta, che gli eventi con cui dobbiamo confrontarci non si situano nel futuro ma in un passato recente? Gli attivisti rivoluzionari vengono smentiti quando si rendono conto che, qualunque cosa facciamo oggi, la minaccia rimarrà con noi per secoli, millenni, perché la staffetta di tante azioni irreversibili, commesse da esseri umani, è stata ripresa dal riscaldamento inerziale del mare, i cambiamenti dell’albedo polare, la crescente acidità degli oceani, e poiché non si tratta di riforme progressive ma di cambiamenti catastrofici, una volta superata la linea, non più come colonne d’Ercole ma come punti di non ritorno.

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