Le élite erano così profondamente convinte che non ci sarebbe stata una vita futura per tutti che hanno deciso di sbarazzarsi di tutti gli oneri della solidarietà il più velocemente possibile – da qui la deregolamentazione; hanno deciso di costruire una sorta di fortezza dorata per coloro (una piccola percentuale) che ce la faranno – da qui l’esplosione delle disuguaglianze; e hanno deciso che, per nascondere il grossolano egoismo di una simile fuga dal mondo condiviso, avrebbero dovuto respingere in modo assoluto la minaccia all’origine di questa fuga precipitosa – da qui la negazione del cambiamento climatico.

Per tornare alla logora metafora del Titanic, le classi dirigenti capiscono che il naufragio è certo; si riservano le scialuppe di salvataggio e chiedono all’orchestra di continuare a suonare ninne nanne in modo da poter approfittare dell’oscurità per battere in ritirata prima che l’aumento dell’inclinazione della nave allerti le altre classi!

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