Anche adesso, le vite non ammesse alla legge continuano ad essere presenti intorno a noi. I detenuti, siano essi rifugiati, migranti o combattenti, possono essere assegnati a luoghi particolari designati come “non ancora ammessi alla legge”, e questi diventano determinanti dei loro diritti. Questi possono essere riscontrati nei regimi di consegna ed estradizione, istituiti in nome dell’antiterrorismo, in cui i detenuti in siti come Abu Ghraib, Bagram, Guantanamo o siti neri (Bigo e Tsoukala 2008; Gregory 2006) sono strategicamente rappresentati come al di fuori della legge. La non ammissione alla legge è utilizzata anche per misure anti-immigrazione (Kneebone 2010; Ryan 2010). I rifugiati che arrivano in Australia via nave sono stati inviati per la detenzione a tempo indeterminato a Nauru e Papua Nuova Guinea, e i rifugiati haitiani e cubani destinati agli Stati Uniti sono stati inviati nelle terre affittate di Guantanamo. Questi siti, situati al di fuori del territorio nazionale, sono utilizzati come parte di uno sforzo per mettere le persone fuori dalla portata della legge. Quelli detenuti in questi luoghi possono cambiare, ma rimane la designazione di essere al di fuori della legge. La baia di Guantanamo è un esempio particolarmente rilevante in questo caso. Sede di un campo profughi negli anni ’90, è stata trasformata all’inizio del XXI secolo in un campo di detenzione per combattenti, forte dello status giurisdizionale di lunga data di Guantanamo Bay.