Dalla falsa libertà della “gig economy” alla beneficenza sabotata dei prestiti subprime e microfinanza, la logica contemporanea del capitalismo è, in modo profondamente distruttivo, fare di ogni essere umano non solo una fonte di forza lavoro sfruttabile, ma un piccolo agente temporale dell’accumulazione capitalista. Che la maggior parte di noi fallirà è irrilevante: ci verrà detto che il nostro fallimento è colpa nostra, o ci verrà venduta la fantasia che il nostro fallimento è il risultato di Altri che hanno barato nel gioco (migranti, minoranze, “interessi speciali”).
Il capitalismo, naturalmente, non ha desideri, sentimenti e sogni, ma come somma delle azioni delle sue parti – azioni motivate dalle sue richieste strutturali di competizione fino alla morte – appare come un sistema di vendetta sconsiderata su coloro dai quali dipende.