Gli economisti tradizionali indicano tipicamente teorie economiche di vecchia data, come una teoria accademica nota come teoria della produttività marginale della distribuzione del reddito, per difendere le disuguaglianze della ricchezza lorda. È una teoria economica formulata per la prima volta alla fine del XIX secolo e, come sostengo, è diventata un potente strumento oracolare, legittimando la convinzione che gli stipendi eccessivi dei CEO, ad esempio, siano equamente guadagnati. Eppure, quando viene messa in discussione la base di prove alla base della teoria della produttività marginale, sia gli investitori che gli economisti si allontanano dagli oracoli degli uomini intelligenti e delle donne intelligenti verso i simboli tipicamente preferiti dagli uomini forti e dalle donne forti, come l’autorità divina.
Nel 2009, ad esempio, Lloyd Blankfein, CEO di Goldman Sachs, è stato interrogato sul fatto che Goldman Sachs meritasse protezioni governative e finanziamenti per il salvataggio durante la crisi finanziaria del 2007-2008, dato quanto l’azienda aveva tratto profitto durante la crisi. Blankfein ha insistito che la sua azienda stava “facendo il lavoro di Dio”. Ha aggiunto: “Aiutiamo le aziende a crescere aiutandole a raccogliere capitali. Le aziende che crescono creano ricchezza. Questo, a sua volta, permette alle persone di avere posti di lavoro che creano più crescita e più ricchezza. È un circolo virtuoso”. La seconda parte del discorso non è sorprendente: l’idea che gli investimenti e gli scambi finanziari generino un “ciclo virtuoso” di creazione di ricchezza è un principio fondamentale del capitalismo contemporaneo. Ma il suo riferimento all'”opera di Dio” ha destato perplessità: è stato visto come l’invocazione di una logica stravagante.