Ciò che è richiesto è una nuova creazione immaginaria di una dimensione senza precedenti nel passato, una creazione che metta al centro della vita umana altri significati oltre all’espansione della produzione e della composizione, che fisserebbe obiettivi diversi per la vita, quelli che potrebbero essere riconosciuto dagli esseri umani come degno di essere perseguito … Questa è l’immensa difficoltà che dobbiamo affrontare. Dovremmo volere una società in cui i valori economici abbiano cessato di essere centrali (o unici), in cui l’economia venga rimessa al suo posto come mero mezzo per la vita umana e non come suo fine ultimo, in cui si rinuncia quindi a questo corsa folle verso consumi sempre maggiori. Ciò è necessario non solo per evitare la definitiva distruzione dell’ambiente terrestre ma anche e soprattutto per sfuggire alla povertà fisica e morale degli esseri umani contemporanei.

Ma quel tipo di rivoluzione richiederebbe profondi cambiamenti nella struttura psicosociale delle persone nel mondo occidentale, nel loro atteggiamento nei confronti della vita, in breve, nel loro immaginario. L’idea che l’unico obiettivo nella vita sia produrre e consumare di più è un’idea assurda e umiliante che deve essere abbandonata. L’immaginario capitalista della pseudo-padronanza pseudo-razionale e dell’espansione illimitata deve essere abbandonato. Solo uomini e donne possono farlo. Un singolo individuo, o un’organizzazione, può solo preparare, criticare, incoraggiare e delineare al meglio i possibili orientamenti.

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