L’esistenza di una forte connessione tra capitalismo e crescita è indiscutibile. L’accumulazione illimitata non è né desiderabile né sostenibile in un mondo finito. Il problema ricorrente della “sovraccumulazione” del capitale (mancanza di ulteriori sbocchi redditizi per gli investimenti), particolarmente drammatico dagli anni ’70, è stato affrontato principalmente attraverso a) privatizzazioni aggressive (un esempio di “accumulazione mediante espropriazione”) e b) l’espansione del debito e speculazione finanziaria.
La decrescita è in pieno accordo con altre tradizioni ecologiste radicali riguardo all’impossibilità di “rendere più verde” il capitalismo. Come la politica sui cambiamenti climatici esemplifica, la possibilità di adottare con successo soluzioni basate sul mercato per risolvere i problemi ecologici è spesso irrealistica. Se il capitalismo è costretto a crescere, e se la crescita è incompatibile con la sostenibilità sociale ed ecologica, la decrescita è fattibile in un contesto capitalista?