Fondamentale per qualsiasi considerazione degli attuali processi globali è il fatto che il mondo è diventato più aperto ai flussi di beni e capitali ma più chiuso alla circolazione dei corpi umani. Vi è, tuttavia, un tipo di merce inseparabile dal corpo umano e l’assoluta peculiarità di questa merce fornisce una chiave per comprendere e svelare la situazione apparentemente paradossale di cui sopra. Abbiamo in mente la merce della forza lavoro, che descrive immediatamente una capacità dei corpi umani ed esiste come un bene scambiato nei mercati su varie scale geografiche. Non solo la forza lavoro è una merce diversa dalle altre (l’unico termine possibile di confronto è la moneta), ma i mercati in cui viene scambiata sono peculiari. Questo anche perché il ruolo delle frontiere nella definizione dei mercati del lavoro è particolarmente pronunciato.
I processi di filtraggio e differenziazione che si verificano alla frontiera si svolgono sempre più all’interno di questi mercati, influenzando la composizione di ciò che, per usare un’altra categoria marxiana, chiamiamo lavoro vivente.