In contrasto con lo stato liberale ed i suoi paradigmi realisti incorporati, che assumono la sovranità degli stati e il loro predominio nel sistema internazionale, il paradigma della globalizzazione suppone che la sovranità statale sia sostanzialmente diminuita negli ultimi decenni poiché il suo potere e la sua autorità sono stati severamente circoscritti da forze transnazionali che superano la loro portata ed influenza.
Secondo questo paradigma, poiché i costi di transazione della migrazione internazionale sono diminuiti, i confini nazionali sono diventati più porosi e i diritti di cittadinanza nel sistema politico postindustriale sono stati riconfigurati in modo che siano regolarmente esercitati dai membri “postnazionali”, inclusi i lavoratori migranti ed altri non cittadini, le prerogative dei singoli Stati di regolare i flussi di immigrazione e dettare le condizioni in cui gli immigrati sono incorporati nella comunità politica e nella società sono state significativamente e irreversibilmente compromesse.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, per mantenere la vitalità dei sistemi di sicurezza sociale europei e mantenere una popolazione attiva di 170 milioni, l’UE dovrebbe ammettere a tempo indeterminato circa 1,4 milioni di immigrati permanenti all’anno.