L’idea di un mercato autoregolato è assurda.
Sarebbe come un evento sportivo competitivo senza un arbitro: non funzionerebbe, né ha mai funzionato. E una volta che vediamo le regole del gioco, diventa altrettanto chiaro che tali regole distribuiscono risorse.
L’altezza del canestro da basket favorisce le persone alte. Il football americano favorisce le persone di grandi dimensioni in determinate posizioni. Le regole del gioco non sono mai neutrali. Al contrario, sono determinanti per il risultato.
Distribuiscono il successo, eliminano il fallimento, assegnano risorse scarse.
Questo è vero nell’arena sportiva così come lo è nel campo degli scambi di mercato. I mercati non si autosostengono. Non tendono per natura a raggiungere l’equilibrio. Richiedono un intervento e una regolamentazione costanti, ed è proprio quella normativa che alloca inevitabilmente le risorse.