David Coates : “Capitalism: the Basics”

David Coates : “Capitalism: the Basics”

Quello che la crisi del 2008 e le sue conseguenze non hanno fatto è portare un altro paradigma economico al dominio. Quello che hanno fatto invece è stato creare ancora un periodo in cui nessun paradigma intellettuale è dominante e in cui la politica del Centro è stata pertanto bloccata dalla persistenza di profondi disaccordi tra neo-liberali e post keynesiani. Questi sono i disaccordi circa il motivo per cui le ruote si sono staccate dall’autobus capitalista ed esattamente come possono essere riattaccate al fine di generare un altro ciclo di crescita economica, aumentare l’occupazione e migliorare gli standard di vita per la massa e la generalità dei lavoratori impiegati in circuiti capitalistici di produzione. Questi sono disaccordi tra i paradigmi e non solo tra gli economisti. Questa empasse ha fatto un’altra cosa. Ha creato nuovamente lo spazio per valutare se le spiegazioni marxiste sulle crisi capitaliste potessero ancora avere qualche valore per raccontarci la nostra condizione contemporanea e possibili sviluppi futuri. E il marxismo ha certamente qualcosa da dire. I marxisti, a differenza dei liberali classici e dei Keynesiani, preferiscono che il capitalismo sia in crisi. Il loro problema tende ad essere quello inverso. Loro devono costantemente spiegare i periodi di stabilità e crescita delle economie in cui, dalla prospettiva marxista, la tensione tra capitale e lavoro dovrebbe minacciare permanentemente la capacità del sistema di generare sufficienti profitti e investimenti per sostenere livelli adeguati di occupazione e aumenti generalizzati degli standard di vita. Quella tensione tra capitale e lavoro, se Marx avesse ragione, dovrebbe minacciare la capacità dei capitalisti di accumulare abbastanza profitto se il lavoro è troppo forte. Un forte movimento del lavoro richiederà elevati salari e processi di lavoro più lenti, riducendo la scala dell’estrazione dei profitti nel processo. Allo stesso modo, la tensione tra capitale e lavoro dovrebbe minacciare la capacità dei capitalisti di realizzare i loro profitti se il lavoro è troppo debole: poiché i movimenti deboli dei lavoratori non hanno la capacità di richiedere salari elevati e quindi non riescono a sostenere le condizioni necessarie per la vendita di tutte le materie prime provenienti dalle fabbriche e dalle forze del capitalismo. I marxisti, cioè, si aspettano che le economie capitalistiche abbiano un’incredibile flessione tra “crisi di accumulo” e “crisi di realizzazione”.