Il capitalismo predatorio ha creato un sistema industriale complesso e una
tecnologia avanzata; ha permesso una considerevole estensione della pratica della democrazia e promosso alcuni valori liberali, ma entro limiti che ora sono avvertiti come stretti e devono essere superati. Non è un sistema adatto per la metà del XX secolo. È incapace di soddisfare i bisogni umani che possono essere espressi solo in termini collettivi, e il suo concetto di uomo competitivo che cerca solo di massimizzare la ricchezza e il potere, che si assoggetta alle relazioni di mercato,
allo sfruttamento e all’autorità esterna è antiumano e intollerabile nel senso più profondo. Uno stato autocratico non è un sostituto accettabile; né il capitalismo militarizzato di stato in evoluzione negli Stati Uniti o lo stato assistenziale centralizzato burocratizzato possono essere accettati come obiettivo dell’esistenza umana. L’unica giustificazione per le istituzioni repressive è il deficit materiale e culturale. Ma tali istituzioni, in alcune fasi della storia, perpetuano e producono un tale deficit, e minacciano perfino la sopravvivenza umana. La scienza e la tecnologia moderne possono alleviare gli uomini dalla necessità di un lavoro specializzato e imbecille. Possono, in linea di principio, fornire le basi per un ordine sociale razionale basato sulla libera associazione e il controllo democratico, se abbiamo la volontà di crearlo.