La gestione dei rifiuti richiede trasporto ed energia. È un notevole contributo al cambiamento climatico. Quasi il 5 percento delle emissioni globali di gas a effetto serra è dovuto alla gestione dei rifiuti (esclusi i trasporti), trainata principalmente dallo spreco alimentare e da una gestione impropria. Se bruciati all’aperto, i rifiuti contribuiscono all’inquinamento atmosferico e ai rischi per la salute; quando depositati in discarica, occupano spazio e possono lisciviare le tossine nel suolo e nelle acque sotterranee. I rifiuti si fanno strada anche nei corsi d’acqua e negli oceani. Più di 270.000 tonnellate di rifiuti di plastica si trovano negli oceani del mondo, dove i vortici li concentrano in enormi macchie di immondizia. Finora ne sono stati identificati tre: uno nel Nord Pacifico (il Great Pacific Garbage Patch), uno nel Sud Pacifico e uno nel Nord Atlantico. Il Great Pacific Garbage Patch misura 1,6 milioni di chilometri quadrati (tre volte le dimensioni della Francia) e parti di essa hanno fino a 100 chilogrammi di plastica per chilometro quadrato. La plastica può circolare negli oceani per anni, degradando alla luce del sole in microplastiche, formando una sorta di zuppa pepata consumata da uccelli e pesci. Le microplastiche marine non si limitano alla superficie del mare; sono state anche documentate nella colonna d’acqua e nelle comunità animali del mare profondo. Il più grande spazio abitativo sulla terra, il mare profondo, potrebbe anche rivelarsi uno dei più grandi serbatoi di microplastiche, che sono stati trovati anche nell’atmosfera e nelle montagne remote.