UNICEF : “Children Of Austerity”

UNICEF : “Children Of Austerity”

All’inizio della crisi, la spesa sociale (in percentuale del PIL) era nella media dell’UE. Essa ha tuttavia mostrato uno schema di spesa sbilanciato, poiché oltre la metà della protezione sociale è stata assorbita dalle pensioni di vecchiaia (59,1% in Italia contro il 43,7% nell’UE-15 tra il 2000 e il 2008). Solo una piccola parte delle risorse per la protezione sociale è stata dedicata ad altre funzioni, comprese le famiglie: 4,2% in Italia contro 7,8% nell’UE – 15 nel periodo 2000–8. Le principali caratteristiche tradizionali del sistema di protezione sociale italiano, anche prima della crisi, includevano la sua inclinazione verso le pensioni di vecchiaia; il suo approccio principalmente categorico, che ha lasciato molti non protetti o inadeguatamente protetti; il sottosviluppo della politica familiare; e la mancanza di un regime di reddito minimo. Inoltre, in questo contesto altamente frammentato, esistevano disuguaglianze territoriali in termini di copertura e qualità dei benefici e dei servizi. Il cosiddetto processo di ricalibrazione avviato negli anni ’90 mirava principalmente alla riforma delle pensioni, lasciando sostanzialmente intatte altre caratteristiche dello stato sociale italiano: una frammentazione e inefficienza dei trasferimenti di reddito relativi ai minori, una scarsità di misure di conciliazione lavoro-famiglia e una mancanza di una disposizione sul reddito minimo a livello nazionale, in particolare.
Non esisteva (e non esiste) un assegno per figli a carico universale né un assegno per figlio a titolo di criterio puramente economico. Il principale sostegno al reddito per le famiglie – gli assegni familiari (Assegno al nucleo familiare) – è un trasferimento testato a livello familiare alle famiglie dei lavoratori a basso reddito. È quindi doppiamente selettivo, per quanto riguarda sia il livello di reddito sia la categoria di reddito. Essendo sostanzialmente concepito come un supplemento salariale per i lavoratori dipendenti con membri dipendenti, esclude le famiglie povere (e i bambini) senza reddito dal lavoro dipendente nell’economia formale. Per questi motivi, il suo impatto redistributivo è limitato, così come l’efficienza di targeting.