Più vita pubblica viene privatizzata – parchi nazionali, istruzione, strade, emergenza, scuole e altri servizi cittadini – più questa disuguaglianza accumula i non abbienti in ammucchiate pile di miseria sottoservite mentre offre agli abbienti (il 30% , non l’1 per cento dei più ricchi) ogni modo possibile per uscire dall’affollamento, dall’attesa e dalla sofferenza. La stratificazione per l’accesso e la disponibilità determinate dalla ricchezza non sono nuove sotto il sole. Ma la privatizzazione neoliberista e la legittimazione della disuguaglianza la rendono più intensa, più ampiamente diffusa e più profondamente consolidata nella vita di tutti i giorni rispetto a qualsiasi momento dal feudalesimo in poi. La tariffazione a più livelli di servizio, accesso e trattamento per tutto il mondo abitua tutto all’inegalitarismo e ci rende più feudali che democratici nella soggettività e nell’etica.