Qualsiasi considerazione sulla divisione dell’apprendimento deve risolvere questi dilemmi espressi in tre domande essenziali. La prima domanda è “Chi lo sa?” Questa è una domanda sulla distribuzione della conoscenza e se uno è incluso o escluso dall’opportunità di apprendere. La seconda domanda è “Chi decide?” Questa è una domanda sull’autorità: quali persone, istituzioni o processi determinano chi è incluso nell’apprendimento, cosa sono in grado di apprendere e come sono in grado di agire sulla base delle loro conoscenze. Qual è la base legittima di tale autorità? La terza domanda è “Chi decide chi decide?” Questa è una domanda sul potere. Qual è la fonte di potere che sottende l’autorità a condividere o negare la conoscenza? La risposta alla domanda Chi lo sa? era che la macchina sapeva, insieme a una squadra d’elite in grado di esercitare gli strumenti analitici per risolvere e estrarre valore dalle informazioni. La risposta a Chi decide? era una forma di mercato ristretta e i suoi modelli di business che decidono. Infine, in assenza di un doppio movimento significativo, la risposta a Chi decide chi decide? inadempie del tutto al capitale finanziario legato alle discipline della massimizzazione del valore azionario.
La cosa più importante per la nostra storia è che ora affrontiamo una seconda fase storica di questo conflitto. La divisione dell’apprendimento nel dominio economico della produzione e dell’occupazione è fondamentale, ma è solo l’inizio di una nuova lotta sulla questione ancora più ampia della divisione dell’apprendimento nella società. I dilemmi di conoscenza, autorità e potere sono esplosi attraverso le pareti del posto di lavoro per travolgere le nostre vite quotidiane. Mentre le persone, i processi e le cose sono reinventati come informazioni, la divisione dell’apprendimento nella società diventa il principio ascendente dell’ordinamento sociale nel nostro tempo. Un testo elettronico completamente nuovo ora si estende ben oltre i confini della fabbrica o dell’ufficio. Grazie ai nostri computer, carte di credito e telefoni, e alle telecamere e sensori che proliferano in spazi pubblici e privati, praticamente tutto ciò che facciamo ora è mediato da computer che registrano e codificano i dettagli della nostra vita quotidiana su una scala che sarebbe stata inimmaginabile solo pochi anni fa. Abbiamo raggiunto il punto in cui c’è poco che viene omesso dal continuo accrescimento di questo nuovo testo elettronico.