La situazione sta rapidamente accelerando e conduce alla guerra. In realtà – non essere sorpreso – qui sono completamente d’accordo con Papa Francesco, che dopo gli attacchi di Parigi ha affermato che stiamo già vivendo una terza guerra mondiale. Ciò che voglio aggiungere a quel commento di Papa Francesco è questo: cosa accadrebbe se la Terza Guerra Mondiale fosse diversa e ancora invisibile, sebbene sia ben visibile in ogni angolo, perché non è stata dichiarata una guerra? Puoi vederne i sintomi, basta dare un’occhiata più da vicino, ma nessuno la chiama terza guerra mondiale: la crisi dei rifugiati, le guerre, le misure di austerità, l’ascesa del fascismo in tutta Europa, cosa sono tutti questi se non i sintomi di una guerra permanente? I sintomi sono ovunque, ma la guerra non viene dichiarata e probabilmente non verrà dichiarata, il che rende particolarmente difficile creare una sorta di movimento di resistenza.
Giorno: 19 novembre 2019
Will McCallum : “How to Give Up Plastic: A Guide to Changing the World, One Plastic Bottle at a Time. From the Head of Oceans at Greenpeace and spokesperson for their anti-plastic campaign (English Edition)”
Quando inizi questo viaggio, ecco un promemoria dei principi guida che stanno dietro le tue scelte a casa, le campagne che conduci e i consigli che dai ad amici, familiari e colleghi: rifiuta la plastica ovunque tu possa – di’ no alle plastiche monouso che sono diventate fin troppo comuni nelle nostre vite in movimento. Riduci la plastica a casa e sul posto di lavoro: passa a materiali più duraturi e cerca di evitare l’acquisto di materie plastiche. Riutilizzo – trova gli elementi essenziali riutilizzabili per qualsiasi vita priva di plastica come una bottiglia d’acqua e una tazza di caffè. Ricicla: assicurati sempre di smaltire la plastica rimanente in casa in modo responsabile, riciclandola ogni volta che è possibile. Ma soprattutto, il principio che penso sia il più importante per il viaggio che hai davanti: usa la tua voce. Fai sapere ai tuoi amici, ai negozi che conosci, fai sapere ai tuoi colleghi e al tuo giornale locale. Il movimento per rinunciare alla plastica si basa su milioni di altri che vi aderiscono – e tu sei essenziale per costruirlo. La plastica non scomparirà semplicemente dall’oggi al domani, e sicuramente non se ne andrà senza combattere. Il movimento per rinunciare alla plastica compirà uno sforzo monumentale da parte di milioni di persone in tutto il mondo proprio come te che si preoccupano dell’ambiente e vogliono che le generazioni future possano godere degli stessi splendidi oceani dei quali abbiamo avuto la fortuna di godere fino ad ora. È un movimento già composto da miliardi di atti individuali, le cui onde si fanno sentire attraverso il nostro pianeta blu fino ai grattacieli più alti. Può sembrare un compito impossibile, ma se c’è una cosa che ci hanno insegnato gli ultimi tre anni, è che il mondo sta cambiando a un ritmo senza precedenti, e compiti che una volta sembravano impossibili sono ora a portata di mano. In un momento in cui le storie di speranza possono sembrare scarse, il movimento per rinunciare alla plastica sta riunendo persone di ogni provenienza e cultura e sta iniziando a dipingere una visione di una società che lavora insieme per creare un mondo migliore per le generazioni future.
Srecko Horvat, Alfie Bown : “Advancing Conversations: Srecko Horvat – Subversion! (English Edition)”
Dovremmo dire che per sovvertire qualcosa, è necessario capirlo. Per sovvertire la Macchina o la Rete, è necessario entrarci dentro. Se non siamo in grado di capire cosa sta succedendo oggi, non saremo in grado di sovvertire o cambiare nulla al riguardo. Quindi l’unico modo per cambiare qualcosa – e questa è la ragione per cui la filosofia è più importante che mai: perché ci dà la possibilità di capire – è capire il mondo che ci circonda, il futuro che è già qui. E capendo che possiamo, forse, cambiarlo. Allo stesso tempo, anche se sembra paradossale, quando sei nel mezzo di un processo di cambiamento, sei anche in grado di capire meglio. Ed è per questo che credo che filosofia e prassi debbano andare insieme. Con l’atto stesso di camminare stiamo creando nuovi percorsi.