il tasso di disoccupazione non misura quello che probabilmente pensate misuri. A settembre 2017, il tasso di disoccupazione è solo del 4,2%, vicino al tasso più basso dalla crisi economica del 2008. Suona grandioso, e gli economisti parlano del caso molto ottimistico di “piena occupazione”, che è quando un’economia dispone di tanti posti di lavoro per le persone nella forza lavoro quanti essi ne richiedono. Il problema è che il tasso di disoccupazione è definito da quante persone nella forza lavoro sono alla ricerca di un lavoro ma non riescono a trovarlo. Non considera le persone che abbandonano la forza lavoro per qualsiasi motivo, inclusa la disabilità o semplicemente rinunciano a cercare di trovare un lavoro. Se ti scoraggi e smetti di cercare per qualsiasi motivo, non sarai più considerato “disoccupato”.
Il tasso di disoccupazione non prende in considerazione anche le persone che sono sottoccupate – cioè, se un laureato svolge un lavoro come barista o altro ruolo che non richiede una laurea.
L’economista conservatore Nick Eberstadt afferma che il tasso di disoccupazione “non è più una stima affidabile sui numeri o sulle proporzioni delle persone che non lavorano – o per quello che serve, per quelli che stanno lavorando”.
Il tasso di disoccupazione è come verificare come sta andando una festa sulla base di tutti quelli che sono alla festa. Non tiene conto delle persone che non sono mai state invitate alla festa o non hanno potuto entrare. Inoltre, non prende in considerazione le persone che si trovano nella stanza sbagliata alla festa e che non si stanno divertendo. La proporzione di americani che non sono più nella forza lavoro e hanno smesso di cercare lavoro è vecchia di decenni.
Attualmente c’è un record di 95 milioni di americani in età lavorativa, un 37 per cento di adulti, che sono fuori dalla forza lavoro. Nel 2000 erano solo 70 milioni.
Il cambiamento può essere spiegato in parte dai dati demografici: numeri più alti di studenti e pensionati, ma ci sono ancora 5 milioni di americani fuori dal mondo della forza lavoro che vorrebbero un lavoro in questo momento e che non sono considerati nel tasso di disoccupazione. Entrambi il tasso di partecipazione al lavoro storicamente basso e misure più ampie come il tasso “U-6” che include la sottoccupazione mostrano alti livelli di dislocazione e un mercato del lavoro meno sano, in particolare per i lavoratori più giovani. La Federal Reserve di New York ha recentemente misurato il tasso di sottoccupazione di neolaureati e ne ha stimati il 44 per cento. Il tasso di disoccupazione U-6 era dell’8,4% a maggio 2017, quasi il doppio del numero osservato in precedenza. Il tasso U-6 è una misurazione molto più attendibile ed è variato tra il 9 e il 16 percento per i passati 10 anni.
Il tasso di disoccupazione è un numero terribilmente ingannevole sul quale
dovremmo smettere di fare affidamento a meno che non sia accompagnato da una discussione su entrambi il tasso di sottoccupazione e il tasso di partecipazione della forza lavoro.