Una delle contraddizioni dell’imperialismo e del capitalismo di confine è che mentre siamo sempre più dipendenti da processi di produzione complessi per i nostri vestiti e cibo di base, siamo sempre più isolati l’uno dall’altro. Ognuno di noi svolge un ruolo così atomizzato nell’economia globale come ingranaggi in una ruota – che i nostri rapporti sociali arrivano ad imitare tale atomizzazione. Questo isolamento psicologico e sociale, in primo luogo, incoraggia la nostra dipendenza dalla cultura del consumatore, che a sua volta alimenta la produzione capitalista senza fine e, in secondo luogo, perpetua le nostre paure gli uni degli altri, il che
giustifica la sorveglianza dello stato in continua espansione e la criminalizzazione all’interno dell’imperialismo di confine.