La distribuzione globale del reddito – la storia principale dei decenni di apertura del nuovo millennio è, in caso, ancora più inquietante. Cio’ significa che, all’interno di entrambi i sistemi capitalisti completamente sviluppati e in via di sviluppo, la disuguaglianza del reddito e della ricchezza si sta allargando di nuovo. Si sta ampliando nell’ambito delle economie in via di sviluppo: secondo la relazione UNDP 2013 sull’Umanità divisa, “In media, e tenendo conto della dimensione della popolazione, la disuguaglianza dei redditi è aumentata dell’11 per cento nei paesi in via di sviluppo tra il 1990 e il 2010.” (UNDP, 2013) nel contesto di un crescente riconoscimento, nella letteratura sulla crescita economica, che – lontano dalla vecchia ortodossia per la quale i paesi avevano bisogno di scegliere tra uguaglianza e efficienza (Okun, 1975) – “la riduzione della diseguaglianza e la crescita sostenuta possono essere due parti della stessa medaglia” e che “la riforma economica sostenibile è possibile solo se i suoi vantaggi sono ampiamente condivisi. “(Berg & Ostry, 2011: 15).
L’OCSE ha recentemente affermato, nella relazione sulla performance economica del Regno Unito: “le diseguaglianze dei redditi hanno un impatto significativo e statisticamente negativo sulla crescita e le politiche redistributive che raggiungono una maggiore parità nel reddito disponibile non presentano conseguenze negative per la crescita. “(Cingano, 2014: 6) Perche’ la disuguaglianza dei redditi non è solo un problema del mondo in via di sviluppo. Come dimostra la relazione OCSE sul Regno Unito, la disuguaglianza sta diventando una barriera potenziale anche per la crescita dei capitalismi di base. Naturalmente, i livelli di disuguaglianza dei redditi in alcune economie capitalistiche di base – non meno dell’economia degli Stati Uniti – sono di recente tornati ad un regime visto l’ultima volta negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale. Questa scala intensa di disuguaglianza non sta attualmente dividendo le possibilità di vita offerte ai membri di una classe sociale da quelle offerte a membri di classi meno privilegiate. Sta dividendo le possibilità di vita offerte a membri di diverse generazioni anche all’interno della stessa classe sociale.
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Si noti che l’intensificazione della concorrenza globale dopo la caduta dell’Unione Sovietica e il rallentamento delle condizioni economiche dopo la crisi finanziaria del 2008 hanno concorso all’apertura di un significativo divario nelle possibilità di vita, nelle stesse basi del capitalismo, tra le generazioni addirittura fino ad oggi della classe media di successo. La concorrenza intensificata e una forte recessione hanno concorso insieme a derubare i nipoti dei babyboomers di successo degli adeguati salari iniziali, elevati livelli di sicurezza per i posti di lavoro e generosi programmi di pensione goduti da molti di quelli fortunati da poter entrare nella forza lavoro pagata tra la fine della seconda guerra mondiale e la prima crisi petrolifera degli anni ’70.