In una nota di posizione del personale del febbraio 2010, il personale del FMI ha esaminato tutte le prove sui controlli sui capitali sugli afflussi, prima e dopo la crisi e ha concluso che “i controlli sui capitali, oltre alla politica prudenziale e macroeconomica, sono giustificati nell’ambito dei mezzi politici per gestire gli afflussi. Tali controlli, inoltre, possono mantenere autorevolezza anche se gli investitori elaborano strategie per aggirarli, a condizione che tali strategie siano più costose del previsto ritorno dalla transazione: il costo delle strategie di elusione agisce come “sabbia nelle ruote” “(FMI 2010, 5 ). Per giungere a questa conclusione, questo recente e rilevante studio del FMI riesamina le esperienze dei controlli del capitale dopo la crisi asiatica. Il FMI ha anche condotto una propria analisi attraverso i paesi, che ha prodotto risultati profondi. L’analisi econometrica condotta dal FMI ha esaminato come i paesi che hanno utilizzato i controlli sui capitali si siano spinti contro i paesi che non li hanno utilizzati prima dell’attuale crisi. Hanno trovato che i paesi con i controlli abbiano avuto maggiore successo: “l’uso dei controlli sui capitali è stato cruciale nell’evitare alcuni dei risultati peggiori di crescita associati alla fragilità finanziaria” (IMF 2010, 19).