Oggi, un numero crescente di persone è giunto a considerare i diritti non come principi che ci proteggano, ma che ostacolino gli sforzi governativi per difenderci. Negli Stati Uniti e in Europa, la migrazione viene percepita come la minaccia in cima alla lista, ed in essa si intersecano le preoccupazioni riguardo l’identità culturale, l’opportunità economica e il terrorismo.
Incoraggiato dai populisti, un segmento in espansione del pubblico vede i diritti come atti a proteggere solo queste “altre” persone, non loro stessi e, pertanto, come non essenziali. Se la maggioranza vuole limitare i diritti dei rifugiati, dei migranti o delle minoranze, suggeriscono i populisti, dovrebbe essere libera di farlo.
I trattati e le istituzioni internazionali intensificano solalmente questa antipatia verso i diritti in un mondo in cui il nativismo è spesso più prezioso del globalismo. Forse è la natura umana che fatica ad identificarsi con persone che si differenziano da sé e accetta più facilmente la violazione dei loro diritti. Le persone trovano conforto nell’assunzione pericolosa che l’applicazione selettiva dei diritti sia possibile – che i diritti degli altri possano essere compromessi mentre i loro rimangono sicuri. Ma i diritti per loro natura non ammettono un approccio à la carte. Non ti piacciono i tuoi vicini, ma se tu sacrifichi i tuoi diritti oggi, metti in pericolo il tuo domani, perché in ultima analisi i diritti sono basati sul reciproco dovere di trattare gli altri come vorresti essere trattato tu stesso. Violare i diritti di qualcuno significa erodere l’edificio dei diritti che inevitabilmente sarà necessario ai membri della presunta maggioranza nel cui nome si verificano le violazioni attuali. Dimentichiamo a nostro discapito le demagogie del passato, i fascisti, i comunisti e affini che hanno affermato un’interpretazione privilegiata nell’interesse della maggioranza ma hanno finito per schiacciare l’individuo. Quando i populisti considerano i diritti come ostacolo alla loro visione della volontà maggioritaria, è solo una questione di tempo prima di rivolgersi a coloro che non sono d’accordo con il loro ordine del giorno. Il rischio aumenta solo quando i populisti attaccano l’indipendenza del potere giudiziario per mantenere lo stato di diritto, cioè per attuare i limiti di condotta governativa che i diritti impongono. Tali rivendicazioni di maggioritarianismo sfrenato e gli attacchi ai controlli e ai bilanci che limitano il potere governativo sono forse il più grande pericolo per il futuro della democrazia in Occidente.