Dani Rodrik: “The Globalization Paradox: Democracy and the Future of the World Economy”

Dani Rodrik: “The Globalization Paradox: Democracy and the Future of the World Economy”

Il pragmatismo avrebbe servito meglio il paese rispetto alla rigidità ideologica. Ma esiste una lezione politica più profonda nell’esperienza argentina, fondamentale per la natura della globalizzazione. Il paese si era scontrato contro una delle verità centrali dell’economia mondiale: la democrazia nazionale e la globalizzazione profonda sono incompatibili.
La politica democratica getta un’ombra lunga sui mercati finanziari e rende impossibile ad una nazione l’integrazione profonda con l’economia mondiale. La Gran Bretagna aveva imparato questa lezione nel 1931, quando fu costretta ad abbandonare l’oro. Keynes lo aveva sancito nel regime di Bretton Woods. L’Argentina lo ha trascurato.

Nella sua ode alla globalizzazione, The Lexus and the Olive Tree, Tom Friedman ha descritto come i finanziatori e gli speculatori “elettronici” che possono spostare miliardi di dollari in tutto il mondo in un istante, hanno costretto tutte le nazioni a indossare una “camicia di forza dorata”. “Questo indumento definitivo della globalizzazione, ha spiegato, ha riunito le regole fisse a cui tutti i paesi devono sottostare: il libero scambio, i mercati dei capitali liberi, l’impresa libera e il piccolo governo.
“Se il tuo paese non è stato preparato ad uno di questi”, ha scritto, “lo sara’ presto”. Quando lo metti in pratica, ha continuato, succedono due cose: “la tua economia cresce e la tua politica si riduce”. Poiche’ la globalizzazione (che per Friedman significava un’integrazione profonda) non consente alle nazioni di deviare dalle regole, la politica interna è ridotta a una scelta tra Coca Cola e Pepsi. Tutti gli altri sapori, soprattutto quelli locali, vengono banditi.

Noi amiamo la nostra democrazia e la sovranità nazionale, eppure segniamo un accordo commerciale dopo l’altro e trattiamo i flussi di capitali liberi come ordine naturale delle cose. Questo stato instabile e incoerente è una ricetta per il disastro. L’Argentina negli anni ’90 ci ha dato un esempio vivo ed estremo. Tuttavia, non si deve vivere male governati da un paese in via di sviluppo devastato dai flussi di capitali speculativi che sperimenta la tensione su base quasi quotidiana. Lo scontro tra la globalizzazione e le disposizioni sociali interne è una caratteristica fondamentale dell’economia globale.