Nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, una propensione allo scetticismo e all’ostilita’ nei confronti del capitalismo era dominante nelle teologie, nelle filosofie e nelle teorie europee dello Stato. Questo scetticismo è stato amplificato nell’umanesimo repubblicano del Rinascimento, con la sua dipendenza dalla riscoperta dell’aristotelismo e dalla sua pretesa di difendere le virtù legate al benessere pubblico contro l’interesse personale, la ricchezza privata e la corruzione. La radice più importante dello scetticismo verso il capitalismo era comunque la dottrina morale cristiana che, in nome dell’amore fraterno e dell’altruismo virtuoso, ha respinto il perseguimento dell’interesse personale, l’accumulo di ricchezza e soprattutto ogni tipo di transazione finanziaria finalizzata al profitto.