Nel corso degli ultimi quarant’anni c’è stato un doppio movimento: da una parte, una tendenza generale ad aumentare il livello di ricchezza e di redditi pro capite in tutti gli Stati (a parte quelli, come la Grecia, che sono stati colpiti duramente dalla recente crisi) e dall’ altra drammatici aumenti della disparità dei redditi e della ricchezza tra individui e gruppi sociali in quasi ogni paese del mondo. Pochissimi stati o regioni si sono scostati da questa tendenza e per la maggior parte essi sono ai margini dell’economia mondiale (Ad esempio, un paese come il Bhutan o, per un po’, lo stato del Kerala in India). Solo in America Latina abbiamo visto alcune riduzioni di disuguaglianza sociale come conseguenza delle politiche statali. Le differenze di ricchezza monetaria sono molto più difficili da gestire rispetto ai redditi. Ma in alcuni aspetti la ricchezza monetaria è più importante, dal momento che ha un’influenza a lungo termine, piuttosto che un rapporto volatile con il potere politico.
La misura monetaria della ricchezza è difficile perché la valutazione di alcuni beni – dalle collezioni d’arte ai gioielli costosi e alle proprietà – è spesso una questione soggettiva e comunque fluttua ampiamente, come nel caso del valore di mercato dei titoli e delle azioni.
Nella maggior parte dei paesi la distribuzione della ricchezza monetaria sembra ancora più irregolare della distribuzione dei redditi.