John Smith: “Imperialism in the Twenty-First Century”

John Smith: “Imperialism in the Twenty-First Century”

Gli enormi margini di profitto sui costi di produzione appaiono invece come “valore aggiunto” nel Regno Unito e in altri paesi in cui questi beni sono consumati, con il risultato perverso che ogni capo di abbigliamento aumenta il PIL del paese in cui si vende di gran lunga di più del paese in cui viene prodotto. Solo un economista potrebbe pensare che non c’è nulla di sbagliato in questo!
Tutti i dati e l’esperienza, ad eccezione dei dati economici, indicano un significativo contributo agli utili di Primark, Walmart, e altre aziende occidentali dagli operai che lavorano a lungo, duramente, e a bassi salari per produrre i loro prodotti. Eppure il commercio, il PIL, e i dati del flusso finanziario non mostrano alcuna traccia di tale contributo; invece, la maggior parte del valore realizzato dalla vendita di questi prodotti e tutti i profitti saccheggiati dai giganti della vendita al dettaglio sembrano originari del paese in cui essi sono consumati.

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In “The China Price”, Tony Norfield racconta la storia di una T-shirt prodotta in Bangladesh e venduta in Germania per 4,95 euro da parte del rivenditore svedese Hennes & Mauritz (H & M). H & M paga il produttore del Bangladesh 1,35 € per ogni t-shirt, il 28 per cento del prezzo di vendita finale, 40 centesimi, copre il costo di 400 g di cotone importato dagli Stati Uniti; Il trasporto ad Amburgo aggiunge altri 6 centesimi al prezzo della camicia. Così 0,95 € del prezzo finale di vendita rimangono in Bangladesh, per essere condivisi tra il proprietario della fabbrica, i lavoratori, i fornitori di ingressi e servizi e il governo del Bangladesh, espandendo il PIL del Bangladesh in misura di questo importo. I restanti 3,54 € alimentano il PIL della Germania, paese in cui si consuma la T-shirt, e sono cosi’ suddivisi: € 2,05 per i costi ed i profitti dei trasportatori tedeschi, dei grossisti, dei dettaglianti, dei pubblicitari, ecc. (alcuni saranno versati allo stato attraverso varie tasse); H & M fa 60 centesimi di profitto per la camicia; lo stato tedesco cattura 79 centesimi del prezzo di vendita attraverso l’IVA, al 19 per cento.