Il capitalismo non riesce a produrre, sostenere e garantire norme efficaci di governo globale, e di conseguenza i mercati finanziari sono continuamente in grado di travolgere economie e società in modo tale da svantaggiare ulteriormente i poveri. Altre due caratteristiche definiscono la situazione attuale. In primo luogo, come abbiamo sostenuto ampiamente altrove, ora si realizza la produzione presso entrambi il livello locale e globale nel contesto del comune: la forza lavoro è diventata comune, la vita è stata messa a lavorare, lo sviluppo capitalista in forma di finanziarizzazione coinvolge in modo preponderante lo
sfruttamento dei beni comuni, e così via. In secondo luogo, lo sviluppo capitalistico è afflitto da una irrisolvibile crisi economica, sociale e politica. Questa crisi può essere spiegata almeno in parte dal fatto che mentre le forze produttive stanno diventando sempre più comuni, i rapporti di produzione e di proprietà’ continuano ad essere definiti da regole e norme individualistiche e privatistiche, che non sono in grado di cogliere la nuova realtà produttiva e sono completamente esterne alle nuove fonti comuni di valore. Quello che ci serve, invece, è un salto di qualità, un cambiamento di paradigma.