In tutto il mondo abbiamo sentito che bisogna che lo Stato si faccia da parte al fine di favorire una ripresa post-crisi. L’ipotesi è che, con lo Stato sul sedile posteriore, si scateni la potenza dell’ imprenditorialità e dell’innovazione nel settore privato.
I media, le imprese ed i politici libertari attingono da questo comodo contrasto, e alimentano la dicotomia di un settore privato “rivoluzionario” dinamico, innovativo e competitivo rispetto a un lento, burocratico, inerziale, “ingerente” settore pubblico. Il messaggio viene ripetuto così tante volte che è accettato da molti come una verita’ di “buon senso”, e ha anche fatto credere a molti che la crisi finanziaria del 2007, che ben presto e’ sfociata in una conclamata crisi economica, sia stata causata dal debito del settore pubblico , mentre in verità e’ originata dallo “schema a piramide” del debito del settore privato).