Nel 2014 i dirigenti, dipendenti e clienti di una catena di supermercati del New England chiamato Market Basket si sono uniti per opporsi alla decisione del Consiglio di Amministrazione all’inizio di quell’anno di spodestare il popolare amministratore delegato della catena, Arthur T. Demoulas. Le loro manifestazioni e boicottaggi hanno svuotato più di settanta negozi della catena. Ciò che rendeva speciale Arthur T., come era conosciuto, era il suo modello di business. Teneva i prezzi più bassi rispetto ai suoi concorrenti, pagava di piu’ i suoi dipendenti, e dava loro ed ai suoi manager più autorità. Poco prima della sua estromissione ha offerto ai clienti un ulteriore sconto del 4 per cento, sostenendo che avrebbero potuto utilizzare il denaro meglio degli azionisti. In altre parole Arthur T. vedeva l’azienda come una società mista della quale tutti avrebbero dovuto beneficiare, non solo i suoi azionisti – motivo per cui il Consiglio lo ha licenziato. Alla fine, i consumatori e i dipendenti hanno vinto. Il boicottaggio costava a Market Basket tanto che il consiglio ha venduto la società a Arthur T.
Market Basket non era una società a partecipazione pubblica, al momento, ma stiamo cominciando a vedere il modello di business di Arthur T. spuntare dovunque, anche dove sono coinvolti molti azionisti. Patagonia, un grande produttore di abbigliamento con sede a Ventura, in California, per esempio, si e’ organizzata come una cosiddetta società “benefit corporation” a scopo di lucro ma il cui atto costitutivo richiede di prendere in considerazione gli interessi dei lavoratori, della comunità, e dell’ambiente, così come degli azionisti. Le benefit corporation sono certificate e la loro performance è regolarmente rivista da entità terze parti senza scopo di lucro, come ad esempio B Lab. Entro il 2014, ventisette stati avevano promulgato leggi che permettono alle aziende di strutturarsi in questo modo, dando così ai direttori protezione giuridica esplicita nel prendere in considerazione gli interessi di tutte le parti interessate e non solo degli azionisti che li hanno eletti. E da allora, più di 1.165 aziende in 121 settori sono state certificate come benefit corporation, tra cui la società a conduzione familiare Seventh Generation.
Potremmo essere testimoni dell’inizio di un ritorno ad una forma di capitalismo delle parti interessate (stakeholders) che è stato dato per scontato in America sessanta anni fa. Ma alcuni economisti sostengono che il “capitalismo degli azionisti” (shareholders) è più efficiente.
Essi sostengono che sotto la pressione degli azionisti, le società muovono le risorse economiche dove sono più produttive e, quindi, permettono all’intera economia di crescere più velocemente. A loro avviso, la forma di capitalismo delle parti interessate di metà del secolo scorso ha rinchiuso le risorse in modo improduttivo e ha permesso ai CEO (amministratori delle societa’) di essere troppo compiacenti – impiegando lavoratori dei quali la società non ha bisogno, pagandoli troppo, e diventando troppo legati alle loro comunità.
Eppure, quando si guardano criticamente le conseguenze del capitalismo degli azionisti, che ha messo radici nel 1980 – un’ eredita’ che comprende i salari statici o in calo per la maggior parte degli americani, insieme con la crescente insicurezza economica, i posti di lavoro in outsourcing, le comunità abbandonate, la retribuzione dei CEO che e’ aumentata vertiginosamente, un focus miope sui guadagni trimestrali, e un settore finanziario simile a un casino’ il quasi fallimento del quale nel 2008 ha determinato danni collaterali alla maggior parte degli americani – si potrebbe avere qualche dubbio su quanto bene il capitalismo degli azionisti ha lavorato in pratica. Solo alcuni di noi sono azionisti aziendali, e una piccola minoranza di ricchi americani possiedono la maggior parte delle azioni negoziate in borsa dell’America. Ma siamo tutti “stakeholders” dell’economia americana, e la maggior parte degli stakeholders non si sono comportati particolarmente bene. Forse e’ piu’ “sano” un capitalismo attento a tutte le parti in causa rispetto alle varie forme di capitalismo attente solo agli azionisti.