In primo luogo bisogna ripetere che una moneta unica con diciassette debiti pubblici non può funzionare. La perdita della sovranità monetaria deve essere compensata da un accesso al debito pubblico mutualizzato e da un basso e prevedibile tasso di interesse.Bisogna capire che con un debito pubblico intorno al 100 per cento del PIL, le ondate di speculazione sui tassi di interesse hanno effetti enormi e devastanti sulle finanze pubbliche. L’Italia ha ora un avanzo primario di bilancio del 2,5 per cento del PIL (vale a dire, le tasse superano la spesa pubblica del 2,5 per cento del PIL), e il pagamento degli interessi sul debito da solo stannoo precipitando il paese nel deficit e in una spirale del debito. A titolo di confronto, il bilancio totale per tutta l’istruzione superiore in Francia ed in Italia è nell’ordine dello 0,5 per cento del PIL.
Di qualunque genere siano stati gli errori del passato – e gli errori ci sono stati – non ha senso imporre un tale costo in Italia, Spagna e Grecia, e una tale incapacità di investire nel futuro. Nessuno può riformare il proprio paese con una tale incertezza pendente sopra la testa.