La politica di immigrazione della Gran Bretagna ha giocato un ruolo chiave nel generare profitti per i “corsari”. La Gran Bretagna aveva una legge sull’immigrazione dal 1971 che ha permesso l’incarcerazione dei richiedenti asilo nelle strutture di detenzione o nelle prigioni, e dagli anni ’90 c’era la pressione dell’opinione pubblica per gestire meglio il crescente numero di migranti che arrivavano. La stampa di Murdoch e il Daily Mail hanno convinto molti cittadini che una nazione con un passato armonioso stava venendo invasa da criminali. Gli attivisti hanno sostenuto che la repressione a condizioni simili alla prigionia fosse del tutto inadeguata per le persone in fuga; la punizione come deterrente era stata l’impostazione predefinita per anni, eppure non aveva fermato il flusso di persone. I rifugiati continuavano ad arrivare perché persistevano le crisi globali che sono state la causa dell’ afflusso.
Nel mese di ottobre 2014, la House of Commons Public Accounts Committee si occupo’ degli 11.000 richiedenti asilo che in Gran Bretagna dovevano attendere almeno sette anni per sentire se sarebbe stato accordato loro il permesso di soggiorno; degli ulteriori 29.000 migranti che erano ancora in attesa della valutazione ufficiale delle loro richieste; e dei 50.000 immigrati ai quali erano state respinte le richieste, poi scomparve.