Otmar Issing, un neoliberista economista tedesco, è ben noto come l'”architetto dell’Euro” ed è stato membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, nonché il suo primo capo economista dal 1998 al 2006. E’ anche un grande estimatore dell’economista “classico” Friedrich Hayek. In un recente libro sulla “costruzione dell’Unione Monetaria Europea”, Harold James cita Issing il quale sostiene che “… molti concetti del pensiero di Hayek … possono aver influenzato il corso degli eventi che hanno portato all’Unione monetaria in modo sottile. ..che è accaduto con l’introduzione dell’Euro ha infatti raggiunto la denazionalizzazione del denaro, come auspicato da Hayek “.
Siamo in grado di sostituire “la denazionalizzazione” del denaro con qualcosa di più esplicito: la de-democratizzazione del denaro – la fantasia utopistica del capitale finanziario globale.
Quando accademici e beneficiari del denaro pubblico come Otmar Issing colludono con i creditori e i finanziatori per concedere capitale finanziario come potere dispotico sulla società, le democrazie sono inevitabilmente disattese e i politici democraticamente eletti resi irrilevanti e impotenti. Questo porta alla disillusione e alla disperazione nei riguardi del processo politico democratico, e origina il ricorso al populismo, al fascismo e ad altre forme di protesta.
Questa perdita di controllo democratico sul sistema finanziario in generale e nella creazione del credito privato in particolare, significa che lo Stato non può agire nell’interesse della società nel suo insieme. Questo è in parte il risultato dell’operato di potenti lobbies e manipolazione da parte di banchieri; ma anche dell’ignoranza diffusa sugli elementi di base della creazione di credito e denaro in banca. Poiché il sistema di moneta bancaria si e’ evoluto dietro un velo di inganno e poiché questo inganno si adatta all’interesse dei banchieri e degli speculatori – il “neo-feudale della classe rentier” – vi è ancora diffusa confusione sulla creazione di denaro da parte delle banche commerciali.
Questa confusione non solo persiste nella mente del pubblico, ma anche nelle menti dei professionisti economisti neoliberali e anche “keynesiani”: gli uomini colpevoli (e sono per lo più uomini).
Essi non capiranno fino a che la gente intorno a loro capira’.
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